RETROGUSTO D'ANGOSTURA di Fabio Martini

Straniero, come un fiume al contrario.
Straziato, dall‘incubo vissuto.
Sperso. Si... sperso.

Vagavo isole come un Robinson.
Oscuro, come il tunnel del peccato.
Accompagnato da un polacco febbrile.
E come una cartina tornasole, perduto
come un papero nel mare,
come un inerte manichino,
come una barca sin capitano.
Più triste di un torero incornato
…sono stato.

Mentivo, come un vecchio mai invecchiato.
Astuto, come un verso notturno.
Furtivo, come l’illusione quand'illude.
Inquieto, come un santo in un bordello.
Errante, come un taxi in un deserto.
Maligno, come il fumo a Cernobyl.

Solo. Si solo...
Come un poeta in aeroporto...
Eppure, sempre qui.

Falso, come un seggio elettorale,
come il seme mai seminato,
come il libro predestinato.
Bimbo senza compleanno ero,
il profumo dell’ingannato.
Amaro come il vino dell’esiliato,
come la domenica del solitario,
Sembravo ormai, arrivato.

E invece, si parte di nuovo
con te che guidi la linea.
La strada è segnata
Notti e bufere e parole d’inutili, passate.

Io e te ancora una volta.
Prepara le valigie, legale bene
che si ballerà.
Fuori è l'inferno. Rumori assordanti.
E dentro non c'è più respiro
neppure per l'ultimo rantolo.
Quindi tesoro
facciamo presto che il tempo è scaduto
tira fuori il tuo proverbiale sorriso
t’aspetto dai.

Io sono qui. Tu cosa fai?

di Fabio Martini 14 gennaio 2012 alle ore 23.57.